"Cari lettori, come avrete letto dai giornali, la crisi finanziaria ha finito la sua caduta incontrollata. I PIL di molti paesi hanno ripreso a salire, le banche iniziano, con molta moderazione a dare segnali di speranza alle imprese e ad avere la voglia di “erogare”.
Il problema ora è la crisi economica, che arriva sempre dopo quella finanziaria e, chiaramente, finisce dopo. In realtà, per almeno un semestre dopo lo scoppio della crisi finanziaria, la popolazione non ne ha risentito più di tanto. L’onda lunga del benessere permetteva a tutti di intaccare i risparmi ed andare avanti, convinti che a breve tutto sarebbe rientrato nella normalità.
Purtroppo questa volta la crisi è andata oltre ogni più fosca previsione e i risparmi (privati e aziende) sono terminati da un pezzo. Ora arrivano i problemi veri.
Si perché le aziende, non avendo più dove attingere per mandar avanti la baracca, chiudono. E se chiudono, non pagano i fornitori, che a loro volta sono aziende che rischiano di chiudere. Questo meccanismo sta creando una reazione a catena che rischia di far fallire migliaia di imprese, di varia dimensione. I problemi, chiaramente, non sono finiti. Se un’azienda è costretta a chiudere, manda a casa i suoi dipendenti che ,di conseguenza, non percepiranno più lo stipendio.
E come potrà il dipendente pagare le rate del mutuo o dell’auto senza stipendio? Tutto questo ragionamento le Banche lo hanno fatto da tempo e... sono corse ai ripari. Oggi prima di erogare un mutuo o un prestito al ns. sig. Rossi, fanno gli accertamenti su di lui per vedere se è segnalato nelle black-list, se è troppo impegnato, se in famiglia c’è qualcuno che ha avuto problemi... ma non basta più. Oggi controllano anche la società per cui lavora il ns. sig. Rossi. Quindi se un cliente è perfetto, dal punto di vista reddituale e di storia creditizia, non è detto che gli diano il finanziamento perché magari l’azienda per cui lavora è traballante.
A questo punto tra clienti non graditi dagli Istituti perché non corrispondenti ai requisiti richiesti e aziende non gradite perché a rischio di chiusura, rimangono ben pochi clienti finanziabili!
Da qui un appello: Gent.mi dott.ri Mario Draghi e Giulio Tremonti, fate degli interventi veri, decisi e risolutivi sulle banche affinchè riprendano a finanziare le imprese senza la richiesta di garanzie assurde e insostenibili. Solo così si potrà interrompere questo meccanismo perverso che rischia di far "impallare" l'intero settore creditizio.
Arrivederci al prossimo numero". Gualtiero Piersanti - Presidente Midas Group
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